Obiettivo calcio

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venerdì 17 giugno 2016

Italia-Svezia 1-0 - La pagella degli azzurri


Successo di misura dell'Italia, che a due minuti dalla fine sblocca con Eder la battaglia "di posizione" contro gli spigolosi svedesi. Poco gioco, tanto cuore, opportuno cinismo. Piaccia o meno, questa è l'Italia di Conte.
Il mio giudizio sugli azzurri:

BUFFON 6: ordinaria amministrazione, un paio di uscite alte giusto per far capire chi comanda nell'area, poi il giallo-beffa nella manfrina architettata per far prendere a Chiellini la seconda ammonizione e far scattare così la giornata di squalifica nell'ormai platonico match con l'Irlanda.

BARZAGLI 6,5: un occhio su Ibra e un altro, a turno, sul rognoso Guidetti e sullo sgusciante Forsberg. Perfetto in marcatura, è un po' meno preciso nel rilancio, quando tenta quei cambi di fronte che piacciono tanto a Conte. Ma resta mattone imprescindibile della Grande Muraglia.

BONUCCI 6,5: vedi sopra. La lotta fisica non gli concede respiro e soprattutto non gli permette di gestire con calma i rilanci, come gli era accaduto col Belgio. Dal centro però non si passa e lo stesso Ibrahimovic cerca di stargli alla larga.

CHIELLINI 6,5: sono le sue partite, quelle in cui Wilma gli passa la clava e lui comincia a menare chiunque gli capiti a tiro. Lotta da gladiatore, ingaggiando rudi sportellate col vecchio compagno Ibra e ringhiando su Guidetti. Dopodiché non chiedetegli tocco morbido e preciso. Non è il suo mestiere.

FLORENZI 6: bene ma non benissimo, preso talvolta in mezzo fra Olsson e l'arrembante Forsberg e non sempre a tempo nel sovrapporsi a Giaccherini e nel dialogare con lui. Dettagli. La sostanza c'è, il cambio passo pure. Ed è ciò di cui l'Italia ha bisogno.

GIACCHERINI 6,5: è chiaro a tutti che non ha nelle sue corde il ruolo di interno e la maggiore intraprendenza di Florenzi gli restringe inizialmente il raggio di azione. Un tempo e mezzo in ombra, lavorando più in fase di contenimento che in quella di costruzione e di appoggio alle punte. Poi, finalmente, l'ultimo quarto d'ora da "Giaccherinho". È suo l'assist per la testa di Parolo che centra la traversa. Si accende la scintilla e l'Italia decolla.

DE ROSSI 6: il tabellino recita 3-5-2, ma il quarto di difesa è il romanista, che in prima battuta va a prendere Zlatan per togliergli il tempo della giocata. Rispetta le consegne, giocando la gara di sacrificio che Conte pretende da chi governa nella zona centrale del nostro centrocampo. Certo, un metronomo alla Pirlo o alla Verratti è ben altra cosa...

PAROLO 6: discorso abbastanza simile all'omologo Giaccherini. A tratti sopraffatto dalla fisicità svedese, non sempre lucido nel fraseggio, concede qualche metro di troppo a Kallstrom e Forsberg e fatica a sostenere gli affondo di Candreva. Pare quasi che la palla corra troppo veloce per lui. Un diesel che macina chilomentri e puntella la struttura azzurra. La traversa colpita nel finale gli vale la sufficienza. Di stima più che di sostanza.

CANDREVA 6: presenza solida in entrambe le fasi e ripetuti cross dal fondo (per lo più rasoterra sul primo palo) che tuttavia non paiono allettare più di tanto Pellè ed Eder. Funzionale al verbo tattico di Conte, ci aspettiamo però da lui qualche sprazzo in più di anarchia.

PELLÈ 5,5: Granqvist è un brutto cliente, spesso e volentieri lo anticipa e gli rende pan per focaccia. Salta, sbraccia, sgomita, ma è giornata avara di soddisfazioni e per lunghi tratti si ha la (sgradevole) sensazione che lui ed Eder parlino lingue diverse. Sarà un caso, ma è proprio Zaza (subentratogli) a inventare l'assist che manda in gol l'italo-brasiliano.

EDER 6,5: s'inventa dal nulla uno dei "suoi" gol, segna perché nell'occasione il nuovo partner d'attacco (Zaza) intuisce in un lampo come metterlo in movimento. Ecco, il movimento: per 80 minuti ad Eder non era certo mancato, ma si era trattato di un correre a vuoto, inefficace, puntualmente respinto dai granatieri svedesi. Tutti, Conte per primo, si augurano che la prodezza l'abbia sbloccato.

ZAZA 6,5: entra e fa la cosa giusta nel momento giusto, una sponda da manuale che manda in gol Eder. Cosa si può volere di più? Forse vederlo in campo dal primo minuto contro l'Irlanda.

THIAGO MOTTA E STURARO NG: minuti di posizione e di preziosa partecipazione alla causa. Ciò che Conte apprezza. E alla fine brindano pure al successo.

Gianluca Grassi

           

   

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