Obiettivo calcio

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sabato 28 maggio 2016

Final Eight Primavera - Inter avanti ai rigori, rammarico per il Palermo

Inter-Palermo 3-3 dts, 8-6 dopo i rigori 




INTER (4-4-2): Radu - Gyamfi, Gravillon, Della Giovanna (12' pts Pinamonti), Miangue - Delgado (14' st Bakayoko), De Micheli, Zonta, Baldini - Manaj, Correia (36' st Kouame). All. Vecchi

PALERMO (3-5-2): Marson - Pirrello, Punzi, Giuliano (34' st Tafa) - Grillo, Costantino, Toscano, Ferchichi, Pezzella (21' st Maddaloni) - La Gumina, Bonfiglio (24' st Lo Faso). All. Bosi.

Arbitro: Amabile di Vicenza.
Reti: 3' pt Ferchichi (P), 11' Manaj (I); 33' st Lo Faso (P), 35' Manaj (I); 5' pts Lo Faso (P), 15' Kouame (I).
Rigori: Manaj (I), gol, La Gumina (P) gol, Pinamonti (I) gol, Lo Faso (P) traversa, Zonta (I) gol, Ferchichi (P) gol, Bakayoko (I) gol, Maddaloni (P) gol, Gyamfi (I) gol.
Ammonti: Giuliano, Pezzella, Zonta, Punzi, Maddaloni, De Micheli, Lo Faso.
Espulso: 2' sta allenatore dell'Inter Vecchi.
Spettatori: 1.000. 

Inter col fiatone, costretta per tre volte alla rimonta prima di acciuffare la semifinale ai rigori con una serie perfetta (cinque su cinque). Palermo mai domo, soltanto tradito dal dischetto dal giocatore (il talentuoso Lo Faso, attaccante della Nazionale Under 18) che però con una doppietta aveva avuto il merito di tenere in partita i rossonero. Una traversa di differenza, dopo che l'Inter ne aveva colpite ben due nei tempi regolamentari, con Manaj e De Micheli. Scarto minimo di una gara giocata a strappi e vissuta più sulle individualità che sulla manovra collettiva.





IL MEGLIO & IL PEGGIO

Di Lo Faso abbiamo detto. Sul fronte nerazzurro, l'albanese Manaj, arrivato dalla prima squadra a dar man forte alla squadra di Vecchi, ha sì spostato gli equilibri, ma anche messo a nudo tutti i limiti di una categoria come la Primavera: passo e personalità di un giovane già "fatto" come Manaj sono altra cosa rispetto al modesto traccheggiare di tanti compagni e avversari. Ecco perché occorre rivisitare quanto prima questo campionato per renderlo più competitivo e formativo rispetto agli standard professionistici internazionali. E a proposito di modestia, l'imbarazzante cavallone Miangue, messo spesso alle corde dal vivace Grillo, fa ancora una volta riflettere sull'opportunità di riempire i nostri vivai con scariolate di stranieri di dubbia consistenza tecnica e, soprattutto, tattica.

Nelle foto, dall'alto, Manaj e Lo Faso.

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