Kicko, il pericolo corre sul web

La notizia è apparsa qualche giorno fa su diversi quotidiani nazionali e ha creato non pochi imbarazzi negli ambienti del calcio giovanile. Se non altro perché, in modo molto incauto, qualcuno (vedi il QS, l'inserto sportivo del Resto del Carlino) ha pensato bene di associare l'articolo alla foto di Gianni Rivera, vecchia gloria del Milan e della Nazionale, attualmente presidente del Settore Giovanile e Scolastico della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Facendo andare su tutte le furie lo stesso Rivera, che non solo non sapeva niente dell'iniziativa in questione ma non la condivide affatto. Come del resto tutte le persone di buonsenso.
Di cosa si tratta? Di un sito internet (www.kicko.it) che si propone di scoprire giovani calciatori di talento e di renderli selezionabili dai club professionistici di tutto il mondo. L'idea, presentata alla "European School of Economics" (sigh...), è semplice: ogni ragazzino (o chi per lui, vedi mamme e papà, nelle assatanate vesti di novelli procuratori) può realizzare più video delle proprie prestazioni calcistiche e renderli gratuitamente disponibili on line alla visione di allenatori, dirigenti e procuratori. Con oltre 500 milioni di calciatori in giro per il mondo (statistica della Fifa), di cui oltre 700.000 in Italia al di sotto dei 16 anni (dato Figc), il materiale non dovrebbe certo mancare. Immaginate? Le prodezze del vostro cucciolotto ammirate dai talent scout del Milan, dell'Inter, della Juve, del Barç a, del Real Madrid, dell'Arsenal, del Manchester United, del Bayern Monaco, del Lione, del Palmeiras o del Boca Juniors. E magari telefonate che vi arrivano da ogni parte del globo con richieste di incontro, magari corredate da promesse di bonifici da migliaia se non addirittura milioni di euro. Il sogno di una vita...
Già, un sogno. A costo zero. Uno dei tanti che il web regala scambiando il virtuale per reale. Come se a montare la testa di genitori e ragazzi non bastassero già le insidie di una vittoria in campionato, di una convocazione in rappresentativa, di un provino in qualche club professionistico della nostra città o del semplice interessamento di un procuratore "amico di un amico". Basta frequentare per un paio di pomeriggi il campo di allenamento di una qualsiasi società: in ogni famiglia, fateci caso, c'è un piccolo fenomeno. Che pretende il posto fisso in squadra, che contesta le scelte dell'allenatore, che reclama il ruolo di leader, che vorrebbe maggiori attenzioni da parte della società, che si sente già un professionista.
Ecco perché di "Kicko" non si sentiva la mancanza. Ha pienamente ragione Rivera. Il calcio, di false illusioni, ne alimenta fin troppe. Invece no. Entrando nel sito potrete constatare che sono già in linea diverse centinaia di video. Filmati che in modo molto professionale ripercorrono l'intero curriculum del bambino (o, in alcuni casi, della bambina) prodigio, con precisione didascalica degna dell'Almanacco Panini, con tanto di musica in sottofondo e titoli di coda: "Mamma e papà hanno voluto dedicarti questo filmato per premiare i tuoi brillanti risultati a scuola". Della serie: sì, siamo contenti che tu sia bravo a scuola, ma ci piacerebbe molto di più che diventassi ricco e famoso con il calcio... Calciatore professionista, velina, miss, comparsa nella casa del Grande Fratello o sull'Isola dei Famosi, pop star a X Factor: cambia il contesto, non la logica di cercare a qualunque costo la scorciatoia per il successo.
Allenamento? Impegno? Sudore? Sacrifici? Quando mai. Perché impegnarsi quando la celebrità è a portata di mouse? Basta un semplice click e puoi diventare qualcuno che conta. Una sola domanda, però: questo è il futuro che desideriamo per i nostri figli o per noi?