Stadio di Lecce, 9 giugno 2005, ore 22 circa. Sono in casa, bloccato da una fastidiosa forma influenzale che mi ha impedito di essere come sempre presente alla finale scudetto del campionato Primavera. Seguo la partita in tivù. Dieci minuti al termine, Roma in vantaggio 2-0 sull'Atalanta. Una sfortunata autorete di Consigli e un bel gol di Okaka stanno cucendo il tricolore sul petto dei giallorossi. Squilla il cellulare. È l'amico-collaboratore Alfredo Pennasilico che chiama dalla tribuna: «Allora Gianluca, a chi diamo il Guerin d'Oro come miglior giocatore della fase finale? Chi ti è piaciuto della Roma? Ha giocato bene Scurto, c'è Freddi, oppure questo Okaka che è un'ira di Dio». «Roma? È vero, fino a oggi abbiamo sempre premiato qualcuno della squadra campione, però…». Alfredo, che mi conosce bene, intuisce subito. «Eh, lo so. A te sarà piaciuto Morosini. È il tuo giocatore ideale. Centrocampista elegante, testa alta, sempre al posto giusto nel momento giusto, gran circolazione di palla. Vuoi premiare lui? Dai, mi sembra una buona idea». «Ma sì, Alfredo. Vada per Morosini. Per me farà strada».
Sono due giorni che mi tormento ripensando a quella sera e a quella premiazione. Sabato, per qualche istante, ho sperato e pregato che non diventasse così importante. O forse no, sto dicendo una fesseria. Perché Piermario, di quel premio, era orgoglioso. Un Guerin d'Oro. Riconoscimento che hanno avuto solo i grandi del calcio italiano. E il Moro, adesso lo sappiamo, nel suo "piccolo" era un "grande". Su questo, almeno, non mi ero sbagliato. Da quella sera e da quel (meritatissimo) riconoscimento è iniziato il suo rapporto con il Guerin Sportivo. Subito seguito da una delle rare interviste concesse, una confessione a cuore aperto che avevo commissionato al collega di Bergamo Guido Maconi, suo amico. Confidando che con lui questo ragazzo timido e silenzioso si potesse aprire. Così fu. Parole intrise di innocente quanto nobile umanità che in queste ore molte testate hanno ripreso. Piermario lo ricordo così. Così come non dimenticherò la sua visita in redazione durante la stagione vissuta a Bologna e la maglia autografata regalata al nostro Chicco, responsabile dell'archivio fotografico, supertifoso rossoblù. Un gesto come tanti, ma accompagnato dal pudore e dalla modestia che appartengono a pochi. Ciao Piermario!
Nella foto, il collaboratore del Guerin Sportivo Alfredo Pennasilico consegna a Piermario Morosini, capitano dell'Atalanta, il Guerin d'Oro come miglior giocatore della fase finale del campionato Primavera 2005
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