Obiettivo calcio

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mercoledì 12 gennaio 2011

Il punto sull'Under 17

L’importante è crescere e fare esperienza in vista della seconda fase del Campionato Europeo: con questo spirito l’Under 17 ha affrontato il torneo internazionale “Valentin Granatkin” che si è appena concluso a San Pietroburgo. Nessun dramma, quindi, per l’ultimo posto raggiunto al termine di un percorso decisamente poco esaltante. Due sconfitte con Lettonia e Finlandia, una vittoria contro i padroni di casa della Russia e, in ultimo, la finale per il settimo e ottavo posto persa ai calci di rigore contro l’Azerbaigian.
E’ lucida e serena l’analisi del tecnico Pasquale Salerno, che ha scelto di partecipare al torneo con una squadra “sotto età”, tutti giocatori del ’94 e uno del ’95, al contrario delle altre nazionali che, come da regolamento, scendono in campo con gli Under 18. “Questo perché – spiega Salerno – volevo un test impegnativo al quale sottoporre la squadra in vista dell’appuntamento europeo. Al di là di qualche giocatore che sta ancora recuperando da vari infortuni, di uno squalificato e di altre assenze, se fossimo stati nel pieno della forma sono certo che ce la saremmo potuta giocare sullo stesso piano, anche contro avversari più maturi. I ragazzi sono reduci dalle vacanze e da un periodo di inattività, non siamo attualmente al meglio sul piano fisico e della tenuta atletica. Sapevo che avremmo incontrato delle difficoltà, anche se non immaginavo a questo livello. Non stiamo giocando bene, questo è un dato di fatto: dobbiamo migliorare dal punto di vista difensivo, abbiamo preso dei gol per mancanza di concentrazione, e al tempo stesso non siamo riusciti a sfruttare le molte palle gol create. Ma questo non mi preoccupa: l’importante è lavorare in vista dell’Europeo, cercando di maturare sul piano dell’esperienza e della mentalità”.
Dello stesso avviso anche Maurizio Viscidi, vice coordinatore della nazionali giovanili: “Questi tornei servono per crescere, volevamo un test severo in vista delle qualificazioni e questo lo è, anche in virtù del fatto che, a questo livello, un anno di differenza ha un peso non indifferente. Le difficoltà le avevamo messe in conto, sebbene ce ne aspettassimo di meno. Però sul piano sportivo questa è un’esperienza bellissima e molto positiva. I ragazzi hanno preso coscienza di una realtà diversa: tutte le partite le abbiamo giocate in impianti polifunzionali al chiuso, ai quali non siamo abituati ed anche questo è stato un bel test”.

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